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ARTI MARZIALI – GLI STILI DI KUNG FU

INTRODUZIONE AGLI STILI DI KUNG FU

In questo articolo tratteremo un argomento complesso cercando di fare ordine nelle idee e fornire nozioni per capire quanto sia vasto il panorama marziale cinese. Non vuole essere deliberatamente autoreferenziale ma una libera digressione scaturita da una ricerca esposta in modo oggettivo.

Cominciamo dall’alba dei tempi. Nel periodo delle primavere e degli autunni si possono far risalire i primi esempi di arte marziale (kungfu) documentati nelle relazioni riguardo a battaglie, nelle memorie storiche. Quindi siamo ben prima dell’arrivo di Bodhidharma al monastero di Shaolin nel 527 d.c. Tuttavia le memorie del tempo sono frammentarie, non ci è arrivato tutto il bagaglio di uno stile, solo qualche esempio di tecnica e strategia di combattimento riportata in antichi manoscritti.

Questa prefazione è d’obbligo se si pensa che ad oggi esistono circa 1040 “scuole principali” di arti marziali, ognuna con il suo nome e lignaggio e, scremando gli stili che sono simili, tanto da avere solo il nome e qualche forma (Taolu) a diversificarli, arriviamo alla comunque considerevole cifra di 137 stili originali. 

 

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Come vengono classificati gli stili di Kung Fu Wu Shu

I parametri per classificare uno stile di Kungfu Wushu sono la provenienza, la tipologia di insegnamento, tradizionale (Chuantong Wushu) o moderno (Jindai Wushu) e il lavoro sulla forza se esterno o interno.

Nella classificazione secondo provenienza geografica, si parla di stili del Nord  (Bei Quan) quando la scuola proviene delle regioni a nord del fiume azzurro oppure di stili del Sud (Nan Quan) se nasce a sud del fiume azzurro.

Si classificano come stile esterno le scuole che principalmente lavorano e utilizzano la forza fisica per portare i colpi.

Viceversa, ma con lo stesso fine, gli stili interni basano basano velocità e potenza sulla ricerca dell’armonia di movimento e la capacità di reclutamento muscolare sviluppato con appositi addestramenti.

Andiamo ora a approfondire queste classificazioni.

Guerrieri_Stilizzati_KungFu_Lainate

Stili Tradizionali e Stili Moderni

Le arti marziali cinesi vengono oggi suddivise in due grandi gruppi: il Wushu tradizionale (Chuantong Wushu) ed il Wushu moderno (Jindai Wushu) definito anche Wushu nazionale standard (Guobiao Wushu).

Tale distinzione è non soltanto formale, ma sostanziale.

Se per i periodi storici più antichi ci restano scarsi accenni, per la storia del Wushu del nostro secolo i riferimenti sono più precisi.
Negli anni ’20 il Kuomintang, con l’istituzione degli Istituti JingWu, iniziò la codifica degli stili tradizionali per la creazione di uno sport nazionale cinese; in seguito tale intento venne ripreso da Mao Zedong nella Cina comunista. Vennero così create delle discipline che si rifacevano, nei nomi, nelle tecniche fondamentali, nell’uso delle armi, ecc. agli stili del Wushu tradizionale, amplificandone le componenti coreografiche ed atletiche a scapito di quelle più propriamente marziali.

Lo scopo era duplice: creare una moderna ginnastica (i cui fondamenti erano già radicati tra la gente) per garantire un sano sviluppo dei giovani e promuovere uno sport di alto livello specifico della nazione cinese.

Il risultato fu la codifica di alcune sequenze marziali, chiamate Taolu, a mani nude (Chang Quan, Nan Quan, Tai Ji Quan) e con le armi, oltre che alla ricodifica di alcuni stili tradizionali con la creazione di nuove sequenze che potessero essere impiegate in competizioni sportive.

Il Wushu veniva così privato della sua componente marziale i cui aspetti salienti continuavano ad essere studiati solamente in seno alle forze armate ed alle forze di polizia per scopi difensivi e per il mantenimento dell’ordine pubblico.
Negli anni più recenti – il primo campionato cinese si tenne alla fine degli anni ’80 – per contrastare l’invasione degli sport da combattimento esterofili, il governo cinese decise la creazione di uno sport da combattimento autoctono, che si differenziasse dagli altri metodi di combattimento (boxe inglese, francese, tailandese, ecc.) e che fosse la summa dei due principali metodi di combattimento sviluppatisi in Cina nel corso dei secoli: il pugilato e la lotta.

Da questa esigenza è nato il San Shou (chiamato anche Sanda) che significa letteralmente “combattimento libero”.
Taolu e Sanda, forme e combattimento costituiscono così il Wushu moderno, ovvero due sport distinti che vengono insegnati e praticati in Cina all’interno di strutture statali, gli Istituti dello Sport, dove vengono formati gli insegnanti e preparati gli agonisti.
Recentemente, con il mutare della situazione politica nella Cina Continentale, il governo cinese ha iniziato a riconoscere il valore della cultura tradizionale, recuperando, anche nel campo delle arti marziali, stili e discipline che per lunghi anni erano state ignorate quando non apertamente represse.

Si è nuovamente incentivato lo studio degli stili tradizionali e sono state create, nelle varie province della Cina, associazioni per lo studio e la diffusione degli stili locali.

Nel frattempo, comunque, nonostante i divieti imposti dalle autorità, alcuni maestri a rischio della loro stessa libertà avevano continuato la pratica delle arti marziali cinesi secondo la tradizione, ovvero all’interno di piccole scuole, seguendo i metodi di allenamento tramandati in modo diretto da insegnante ad allievo, effettuando parallelamente lo studio dei Taolu e quello del combattimento.

Con l’apertura politica di oggi anche questi maestri hanno iniziato a praticare i loro metodi alla luce del sole, contribuendo alla diffusione di stili di cui sembrava persa ogni traccia.

 

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Stili del Nord e stili del Sud

La suddivisione nelle arti marziali, wushu, in “stili del nord e stili del sud” (nanbeiquan 南北拳) prende spunto da una presunta differenza tecnica tra le scuole settentrionali (a nord del Fiume Azzurro), caratterizzate da movimenti ampi e fluidi, posizioni basse e larghe, frequente uso dei calci e dei salti, rispetto a quelle meridionali, caratterizzate invece da tecniche corte e potenti, posizioni alte e strette, uso ridotto dei calci e dei salti, intenso utilizzo delle braccia. Di qui il detto “calci al nord, pugni al sud” (Nanquan Beitui, 南拳北腿). Inoltre i due stili differiscono dal modo in cui i colpi vengono eseguiti: i pugni dello stile del nord sono sempre leggermente richiamati, mentre quelli dello stile del sud rimangono della posizione dove colpiscono fino al momento di cambiare colpo.

Questa tesi, pur avvalorata da alcuni esempi (Shaolinquan, Huaquan, per gli stili del nord, Baihequan, Wuzuquan per gli stili del sud) risulta contraddetta da altri (Baguazhang, Xingyiquan per gli stili del nord, Cailifoquan, Hung gar per quelli del sud).

Storicamente, alla luce della straordinaria mobilità di genti e idee che hanno attraversato la Cina nei secoli, ha infatti poco senso parlare di “stili del nord e stili del sud”, a meno che non ci si riferisca solo ed unicamente a quegli stili che effettivamente rientrano nelle caratteristiche sopracitate.

*Negli elenchi seguenti viene utilizzata la parola Quan che si traduce dal cinese in boxe, pugilato, stile di pugno, scuola.

 

Ecco alcuni esempi di Bei Quan (Stili del Nord)

  • Shaolin Quan (monastero dell’Henan)
  • Tong Bei Quan Pugilato delle braccia a frusta o della schiena libera.
  • Fanzi Quan  Pugilato Veloce
  • Baji Quan  Pugilato delle otto estremità
  • Cha Quan
  • Liu He Quan
  • Tantui Quan
  • Mei Hua Quan  Boxe del fiore di prugno
  • Xiao Hong Quan o piccolo pugno rosso
  • Luo han Shiba shou la Boxe delle 18 mani di budda
  • Xingong Quan o Paochui noto come pugno cannone
  • Ying zhao Quan  Boxe dell’artiglio dell’aquila
  • Zha Quan  Boxe della scuola Zha
  • Mian Quan o pugno di cotone (Uno dei nomi ancestrali del Taiji Quan)

Di seguito alcuni esempi di Nan Quan (Stili del Sud)

    • Wing Chun
    • He Quan boxe della Gru
    • Hung Har boxe della famiglia Hung
    • Bai Mei Quan boxe del sopracciglio bianco
    • Hu he Shuang Xing Quan Boxe della Tigre e della Gru
    • Dishu Quanfa
    • Wuzu Quan
    • Xia Quan Boxe del Cavaliere
    • Hakka Quan Boxe degli Hakka
    • Fojia Quan  Boxe Buddista
    • Lian Shou Quan un tipo di Boxe Han
    • Kunlun Quan  Boxe di Kunlun
    • Diao Xue Quan  Boxe dell’insegnamento Diao
    • Yue Xue Quan Boxe dell’insegnamento Yue
    • Song Xue Quan Boxe dell’insegnamento Song
    • Ke jia Quan Boxe della famiglia Ke
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Stili Interni e stili Esterni

Altra suddivisione nel mondo delle arti marziali cinesi è in “scuole interne” (neijia 内家) e “scuole esterne” (waijia 外家) nasce probabilmente alla fine dell’Ottocento in seno ai circoli marzialisti della capitale e prende spunto dall’epitaffio per Wang Zhengnan (Wang Zhengnan muzhiming 王征南墓志铭), scritto nel 1669 dal letterato confuciano Huang Zongxi 黄宗羲 (1610-1695).

Nel testo si evidenziava una differenza sostanziale tra la tecnica di Shaolin detta “scuola esterna”, che si affida all’attacco impetuoso e travolgente, e quella del maestro Wang Zhengnan 王征南 (1616-1669), detta “scuola interna”, che privilegia la difesa, le proiezioni e i colpi ai punti vitali.

In seguito è divenuto comune considerare “interni” stili come taijiquan, xinyiquan e baguazhang ed “esterni” stili come shaolinquan, fanziquan, chuojiao, ecc. In verità i confini tra le due scuole sono molto relativi, per quanto sia evidente la fondamentale importanza attribuita “all’esercizio interno” (neigong 内功) negli stili interni, tanto da integrarlo in maniera indissolubile alla tecnica marziale, mentre negli stili esterni è spesso una componente separata dell’allenamento.

Stili interni:

Taijiquan La boxe della suprema polarità.

Xingyiquan Pugilato della forma e dell’intenzione ( Lo Xingyi Quan è anche chiamato Xinyi Quan (pugilato della mente libera), Xinyi Liuhe Quan (pugilato della mente libera delle sei combinazioni) o Liuhe Quan (pugilato delle sei combinazioni).

Baguazhang palmo degli 8 trigrammi.

Yi Quan boxe dell’intenzione.

Alcuni esempi di Stili Esterni, il panorama è estremamente vasto citiamone comunque alcuni, i più famosi.

Shao lin quan – Letteralmente “Pugno della Giovane Foresta”. Antica disciplina sviluppata nel monastero Shaolin sulle montagne Songshan intorno agli anni 540 d.C.

Wing Chun – Pugilato dell’Eterna Primavera.

Baji quan – Letteralmente boxe delle 8 direzioni, caratterizzato da posizioni basse, calci bassi e colpi portati in modo “esplosivo”; è ora lo stile praticato ufficialmente dai militari dell’esercito cinese.

Fanzi quan– è uno stile di arti marziali cinesi diffuso nel nord. Il Fanziquan è menzionato nel Jixiao Xinshu, però con il nome Bashanfan (八闪翻), nome originale dello stile Esso è anche chiamato Fanquan (翻拳). La mescolanza con altri stili che ha fortemente caratterizzato questa scuola, ne rende difficile una descrizione univoca e spesso porta confusione sulle sue origini storiche.

Mei hua quan – Stile del fiore di pruno.

Baimei quan – Stile taoista del soppraciglio bianco, leggendariamente fondato e praticato da colui che avrebbe tradito il monastero di Shaolin, il monaco Pak Mei.

Tongbei quan  – Pugilato della Schiena Libera, è uno stile di arti marziali cinesi del nord della Cina. Anche chiamato Tongbiquan (Pugilato delle Braccia Fluide) o ancora Pugilato del Preparare la Schiena (Tongbeiquan).

Sanhuang Paochui  – Tradotto come: il colpo esplosivo dei tre talenti – dove i tre talenti rappresentato: il cielo, la terra e l’uomo. è uno stile di arti marziali cinesi del nord della Cina. Prende il nome Sanhuang dai tre imperatori leggendari, Fuxi Shennong e Gonggong che secondo alcuni racconti sarebbero i fondatori dello stile ; il nome Paochui (炮捶) invece è dovuto al suo modo tipico di sferrare i colpi, che assomiglierebbero a palle di cannone e spesso Sanhuang Paochui è abbreviato in Paochui. In altre fonti i tre imperatori sono: il Sovrano del Cielo (Tianhuang), Fuxi ; il Sovrano della Terra (Dihuang) Shennong ,il Sovrano degli Uomini (Renhuang), Huangdi. E’ lo stile portante della nostra scuola.

Choy Lee Fut, Cailifo – Stile ideato da Chan Heung nel 1836 dalla sintesi degli stili di kung fu che imparò in gioventù da 3 grandi maestri. Lo stile è composto da innumerevoli forme, sia a mani nude che con le armi. Lo stile è caratterizzato da movimenti ampi e veloci di braccia che mirano al colpire senza tregua uno o più avversari durante un combattimento.

Hung Gar  – Stile della famigia Hung.

 

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Stili Imitativi

Gli stili imitativi sono una componente dell’universo marziale cinese diventata famosa anche attraverso diversi film, nascono dalla ricerca dell’istinto insito nell’animale a cui sono ispirati, ricreandone parte delle movenze si cerca di riproporne la peculiarità sia fisica che psicologica. Per esempio nella boxe della scimmia si cerca di riprodurne la pesantezza dei colpi, gli spostamenti repentini, nella boxe della gru si ricerca l’efficacia degli attacchi fulminei in linea retta, per il serpente la sinuosità dei movimenti. Una cosa importante da considerare per gli stili imitativi è l’intenzione; un animale non è mai arrabbiato con la sua preda, è concentrato sia che attacchi che si difenda non ha cattiveria, il suo atteggiamento è neutro ma attento lo fa per vivere.

 

Alcuni esempi di Stili Imitativi:

Hou quan – Boxe della scimmia.

Hei hu quan – Boxe della tigre nera.

Hu quan – Boxe della tigre.

Tanglang quan – Boxe della mantide religiosa.

Long quan – Boxe del drago.

She quan – Boxe del serpente.

Niu quan – Boxe del Bue.

Bailong quan – Boxe del Drago Bianco.

Tanglonghushi – Stile della tigre e della mantide religiosa.

Ying zhao quan – Boxe dell’artiglio dell’aquila.

Zuijiu quan – Boxe dell’ubriaco.

 
 

Conclusioni

La classificazione di uno stile scaturisce dalle sue caratteristiche peculiari, uno stile può essere del nord, imitativo, interno. Facciamo un esempio: lo stile Shaolin è esterno, imitativo (poichè incorpora forme ispirate agli animali) e del nord.

L’Yi Quan è interno, del nord (Non è imitativo, inoltre non contiene affatto forme).

Quando approcceremo un marzialista e gli chiederemo che stile fa, grazie a questa lettura, spero sappiate inquadrare l’argomento della discussione. Da dove proviene il suo stile, se e a quali animali si rifà con i principi ad essi connessi. (E spero anche che il vostro interlocutore abbia risposte….)

 

christian e antonio

Ringraziamenti

L’articolo è nato dalla ricerca a quattro mani effettuata nel corso del tempo da Jiaolian Christian Reffo (attuale insegnante presso Kung Fu Xin Dao Lainate) e il suo fratello di Kung Fu Jiaolian Antonio Manfrin che ringrazio per la costante disponibilità e la capacità enciclopedica di catalogare  e ricercare informazioni.

Per approfondire il significato di Wushu – arte marziale leggi questo articolo

    2 commenti su “ARTI MARZIALI – GLI STILI DI KUNG FU”

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