S.A.R. E cervello tripartito, come selezioniamo le informazioni – LEZIONE 2

S.A.R. SISTEMA DI ATTIVAZIONE RETICOLARE

Questo articolo si inserisce nel contesto formativo dell’Associazione Sportiva, accanto al corso di Kung Fu Tradizionale, dedicato alla categoria adulti over 14 anni.

Data dell’incontro: Giovedì 15 Febbraio 2024

SAR è un acronimo che descrive l’insieme di neuroni che permettono al cervello di gestire i flussi di informazioni a cui è costantemente sottoposto attraverso gli stimoli sensoriali, gestisce lo stato di veglia e regola il ciclo circadiano

Inoltre agisce come un retino che attivamente pesca le informazioni che noi lo abbiamo addestrato a scorgere interagendo con il sistema  di elaborazione sensoriale del sistema nervoso centrale.

Per tutti è importante capire questo meccanismo innato nella nostra natura, è il SAR che ci permette di riconoscere una voce in una folla, distinguere quello che cerchiamo in un cassetto filtrando forme e colori, capire ricercando determinati segni come si può evolvere una situazione in combattimento. Per capire questo sistema innato nel nostro essere andiamo a studiare come funziona il cervello.

Il cervello tripartito

Possiamo definire il cervello come un insieme ad alta efficienza composto da tre aree fondamentali con funzioni complementari e distinte: rettiliano, area limbica e neocorteccia.

 

cervello tripartito

IL COMPLESSO RETTILIANO (che reagisce)

La parte più antica dal punto di vista evoluzionistico è anche la più profonda in termini anatomici e viene definita “cervello rettiliano” dal momento che è paragonabile, per finalità e modalità di funzionamento, al cervello di un rettile. Si attiva nei momenti che ci richiedono massima velocità di esecuzione (per esempio nei casi di rischio di vita), non ci rendiamo conto di usarlo dato che è pre-cognitivo e funziona in termini relazionali secondo una logica di attacco/fuga (in inglese fight/fly), ovvero ci predispone a scappare o ad attaccare di fronte a un predatore (reale o immaginato). Quando ci troviamo in mezzo a una situazione di emergenza come un’aggressione o un incidente, è questa parte a essere coinvolta perchè ci consente di muoverci in modo molto più rapido, al limite della consapevolezza. Si nutre di impulsi, che non vengono modulati secondo un criterio di intensità: l’impulso o si esprime o resta silente.

Per noi che pratichiamo arti marziali è fondamentale  “addomesticarlo”. In questo modo, prendendo coscienza degli stimoli a cui risponde possiamo imparare a gestirne le reazioni.

Ad esempio durante l’allenamento al combattimento, è importante rendere la sessione più possibile realistica facendo in modo che il cervello rettiliano riconosca i condizionamenti e agisca senza sfociare nella fuga, nel bloccarsi  evitando quindi di metterci in pericolo.

 

emozioni

L'AREA LIMBICA (che sente)

Procedendo verso la parte più esterna del cervello, esiste il “sistema limbico”, che si occupa di quello che concerne la nostra vita relazionale ed emotiva: ci permette di sentire emozioni e di provare sentimenti. Un bambino piccolo usa questa parte, provando emozioni e sentimenti, senza esserne totalmente consapevole. Il percorso di sviluppo di un essere umano ricapitola l’intero percorso evolutivo della specie: quando nasce, il bambino usa e risponde alle parti più antiche del cervello, per poi, crescendo, evolvere ed accedere a livelli più alti della coscienza e della consapevolezza. Il cervello di un ragazzo adolescente è prevalentemente limbico nel senso che, più che pensare, “sente” (e chi ha a che fare con gli adolescenti, di questo si rende conto).

Per noi che pratichiamo il combattimento l’area limbica e il suo scambio di segnali è importante poiché un’emozione che ci aiuta o ci blocca è la paura, conoscere e gestire la paura ci permette di essere coscienti nel combattimento, inoltre, la paura può toccarci in tanti momenti della vita, farcela amica ci aiuta a crescere e affrontare le situazioni più critiche e quindi importanti, che ci toccano profondamente.

pensiero

LA NEO CORTECCIA (che coordina, pensa e immagina)

Proseguendo verso i livelli superiori e più recenti in termini di evoluzione, dell’anatomia del nostro cervello, abbiamo la neo-corteccia, l’ultima in termini evolutivi e la sola che ci distingue realmente dagli altri mammiferi. La neo-corteccia ci consente di sapere di esistere, di impegnarci in progetti complessi e creativi che esulano dal semplice bisogno affettivo, riproduttivo o di sopravvivenza, e di dedicarci all’etica, alla filosofia, al ragionamento puro e astratto. Questa parte è la più recente in termini di evoluzione. Quando le cose funzionano bene, in modo integrato, coordina le attività delle altre parti e ne è allo stesso tempo impressionata: grazie alla neo-corteccia “razionalmente” possiamo inibire gli istinti o le pulsioni; allo stesso tempo ci accorgiamo di come il contenuto dei pensieri si moduli su quali emozioni stiamo sperimentando, a prova di quanto siamo suscettibili e perturbabili da ciò che “sentiamo”.

Il S.A.R. come si pone in tutto questo? É un filtro che sta a metà tra le neocorteccia e il sistema limbico. Il cervello, non può elaborare sempre e costantemente tutte le informazioni che riceve, quindi scarta informazioni anche se sono perfettamente davanti ai nostri occhi.

Facciamo un gioco:

Con calma, guardatevi intorno e prestate attenzione, osservate tutti gli oggetti blu nella stanza

Dopo qualche secondo: bene, ora elencatemi di getto gli oggetti gialli nella stanza.

Il SAR funziona così, quando noi focalizziamo l’attenzione ci perdiamo un sacco di particolari, solo perché non interessano e il cervello li scarta! Quello che vediamo e percepiamo della realtà che circonda passa attraverso questo filtro su tutti i livelli.

Il SAR è quello che viene anche erroneamente chiamato Legge dell’Attrazione (tutti gli scritti sui prodigi del credere che avverrà questa o quella cosa perché l’universo è benevolo…). ci illudiamo, in fondo sappiamo un po’ di cose in più, ma strutturalmente siamo homo sapiens come 20000 anni fa e rischiamo di filtrare le informazioni e le esperienze in modo tale che la neocorteccia le elabori come se fossero dei prodigi.

In realtà iniziando a elaborare in modo corretto una prima situazione e guidando l’attenzione coscientemente passo passo, saremo noi a essere i creatori di quella data realtà a cui puntiamo.

LA TEORIA DEL CERVELLO TRIPARTITO (Approfondimento)

Negli anni ’60 il  neurologo americano Paul MacLean, teorizzò il modello del cervello tripartito, partendo dalle ricerche del neuroanatomista James Papez il quale descrisse tramite un modello chiamato “circuito di Papez” tutte le strutture cerebrali coinvolte nel processo emotivo (l’ippocampo, i corpi mamillari, il talamo e la corteccia cingolata).
MacLean ampliò tale teoria, descrivendo un cervello diviso in tre cervelli separati, ognuno dei quali si sarebbe sviluppato seguendo una specifica fase evolutiva delle specie animali.
L’evoluzione del cervello umano quindi sarebbe avvenuta in più fasi che corrisponderebbero all’apparizione animale sulla terra.
La più antica struttura del nostro cervello, chiamata cervello rettiliano, si troverebbe in profondità e gestirebbe i comportamenti primitivi seguendo le funzioni vitali dell’organismo, controllando la frequenza cardiaca, la respirazione, la temperatura corporea e l’equilibrio.
Questa parte di cervello corrisponderebbe al tronco cerebrale e al cervelletto, e sarebbe essenzialmente equiparabile al cervello di un rettile.

Il cervello rettiliano, estremamente affidabile, tende ad essere piuttosto rigido e compulsivo.

Al centro del nostro cervello si trova il  cosiddetto cervello limbico o paleomammalico, apparso con i primi mammiferi ed è in grado di memorizzare comportamenti piacevoli o spiacevoli. Qui risiederebbero le emozioni e le sue strutture principali includerebbero l’ippocampo, l’amigdala e l’ipotalamo.
Il cervello limbico sarebbe poi la sede dei nostri giudizi di valore, spesso inconsci, che eserciterebbero una grande influenza sul nostro comportamento.

La struttura più recente del cervello umano, chiamato cervello neocorticale o neomammaliano si trova nella parte più esterna del cervello e corrisponde alla terza e ultima fase evolutiva del nostro cervello.
Il cervello neocorticale è la sede del ragionamento logico e del linguaggio, elaborando la previsione e l’anticipazione di azioni future.

Questa teoria, divenne molto popolare negli anni ’70 e rispose a molte domande sulla dualità dell’essere umano, accendendo una nuova luce sull’annosa questione dell’emozione contro ragione.

Nella comunità scientifica ebbe un grande successo e ancora oggi molte persone continuano ad usare questo schema. Tuttavia, secondo alcuni neuroscienziati, questa teoria sarebbe errata in diversi punti e l’attuale tendenza in neurobiologia sarebbe di considerare il cervello non come un’evoluzione che ha conosciuto questi 3 stadi (rettile, limbico, neocorteccia), ma come un organo che ha sperimentato uno sviluppo relativo di alcune delle sue strutture secondo la sua specie.
In altre parole, sviluppiamo secondo la nostra specie determinate parti del nostro cervello, così come le strutture cognitive ad esso associate.

Questa pagina rappresenta un riassunto di quanto illustrato e discusso durante la lezione di formazione interna all’associazione.

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